lunedì 7 novembre 2011

un sonetto sulla disoccupazione e la poesia

DIARIO DELL’11

Ancora una volta m’impongono
i miei di trovarmi un lavoro.
Dicono non vivranno in eterno.
Dicono che la vita è un inferno

e m’aspetta – la vita sa aspettare.
Ok mi arrendo, manderò il mio
curriculum per quel posto da babbo
natale, e speriamo vada bene.

Spicca il salto dal libro al cactus
il giovane ragno. È romantico
e infelice leggeva di Zenna.

Per salvarlo potrei reinventarlo
come mia renna… Sintonizzo la radio.
Balliamo entrambi la tarantella.

Dicembre 2006

9 commenti:

amanda ha detto...

Oh Lilluzzo tocca ingoiarne di rospi altro che ragni

amanda ha detto...

.. che poi ho letto solo ora che erano del 2006 temevo un precipitare di eventi

lil ha detto...

no, sto rivedendo dei vecchi quaderni di poesie. queste le ho scritte poco dopo la laurea. e poi il ragno per me è un compagno d'avventure, non lo ingoierei mai ;)

giardigno65 ha detto...

una tarantella ci salverà ?

lil ha detto...

beh salvarci non so ma speriamo si porti via i demoni, o che perlomeno ci faccia sorridere...

toupie ha detto...

Balli con me Lil?

lil ha detto...

in qualità di ragno o di poeta? :)

toupie ha detto...

In qualità di ragno-poeta :))

marian. ha detto...

e ora? aspettiamo il seguito di quella poesia in cui mi sono ritrovata moltissimo! oggi come oggi non so se sia meglio una disoccupazione creativa o un lavoro che ti assorbe tre quarti del tuo tempo e invece di permetterti di sfoggiare la tua creatività non fa che reprimerla! ma stasera mi sto ribellando!!!! ciao antò!