giovedì 31 maggio 2012

tre considerazioni sul disastro in emilia e dintorni

Prima considerazione. Con tutto il rispetto per le vittime, da ciò che si vede il terremoto in Emilia Romagna rimarcherà ancora una volta la differenza di trattamento istituzionale fra Nord e Sud del Paese. Se così non fosse il copione è già scritto (L'Aquila, l'Irpinia, ecc...) e l'Emilia è condannata.
Seconda considerazione. Arriva oggi la notizia, già paventata, dell’aumento di altri due centesimi sulle accise benzina. In questo modo l’intero Paese, meno qualcuno, si assumerà il compito di ricostruire l’Emilia. La speranza (sempre per la storia del copione qua sopra) è che i soldi arrivino a chi servono. Per il resto è altrettanto chiaro, in nome del decreto “quando si comincia non si torna più indietro”, che i nostri nipotini non vedranno la pensione ma pagheranno ancora quei due centesimi, finendo per considerare l’Emilia esattamente come l’Etiopia: un nome su un elenco senza più lacrime a mitigare la vergogna.
Terza considerazione. Già da un po’ mi sono fatto l’idea che il momento più basso della storia della nostra Repubblica l’abbiamo raggiunto con Napolitano, quel giorno in cui la Merkel si è sentita costretta a chiamarlo per “suggerirgli” di mandare a casa Berlusconi, dopo anni di agonia, silenzi oppure menzogne. La verità nuda e cruda è che Napolitano è vecchio (non solo in senso anagrafico) e inadatto ai tempi che corrono. Ci sono molti ruoli che un uomo può giocare in particolari periodi storici e non a tutti è dato di averli in primo piano. Se Napolitano, che un giorno verrà ricordato come il telefono bianco del Quirinale, al momento giusto fosse rimasto a casa a scrivere le sue memorie quanto più bene avrebbe fatto al nostro Paese.

1 commento:

Massimo Caccia ha detto...

Considerazioni ineccepibili!
Buona giornata