lunedì 7 maggio 2012

due poesie di tomas tranströmer

Ovviamente a Peppe Stalin

CONTESTO

Tu guarda l’albero grigio. Il cielo dalle sue fibre fluito
giù nella terra –
resta soltanto un cielo raggrinzito
quando la terra ha bevuto. Spazio rapito
si torce nel groviglio di radici, si avvita
al verde. – I brevi istanti di libertà
salgono dentro di noi, turbinano
nel sangue delle Parche e oltre.


OCCHI DI SATELLITE

Terreno aspro, nessuno specchio.
Solo gli spiriti elementari
possono specchiarsi: Luna
e Glaciazione.

Vieni nel vapore del Drago!
Nubi pesanti, vie brulicanti.
La pioggia mormora d’anime. Delle
caserme i cortili.


I testi provengono da Poesia dal silenzio, ed. Crocetti, di cui mi sono permesso di ritoccare le traduzioni perché mi sembrava non avessero il giusto ritmo. Non conosco lo svedese ma ultimamente mi pare che tutte le traduzioni di poeti stranieri tendano a diventare esageratamente prosastiche, magari ineccepibili sul piano del senso ma svilenti sull’altro piano, assai più importante, del suono.

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