venerdì 30 agosto 2013

la caccia delle anguille

Ecco come comincia così finisce
in un sussulto d’acqua
uno spasimo del cuore della mazza
per me battitore libero
ma immobile slegato
legato quando serve e muto
se non nel pianto se non nelle parole.
A che serve una risposta – ti capisco –
se incrociandoci nel traffico
perdiamo l’attimo il contatto
se la vera gioia si fa incontro fugace
fuga e poi ricordo che non tace.
Andrai vivrai sarai e io sarò per me
ci sfioreremo ancora lungo i vortici
che fanno le distanze attorcigliandosi
sul cuore. Avrai gambe sottili e veloci
la distrazione solita negli occhi
sarò in salute e forte
ancora un poco triste un poco audace
e mi dirai di te di come appena poco fa
leggevi una poesia le davi ascolto
le davi spazio in corpo
a causa mia. Mi chiederai di me
e ti dirò mentendo
che la vita senza te non è cambiata
continua mollemente ma crudele
e siamo soli – tu sei sposata –
né la caccia delle anguille è mai finita
mai nemmeno cominciata
sono anni che aspetto il loro arrivo
in armi esposto al vento alle maree
che arrugginiscono le giunte
e non imparo non metto radici. Invecchio
un po’ sul mento.
E tiro colpi contro i rami di passaggio
i relitti delle navi
le carogne dei cani trascinati a largo.

3 commenti:

amanda ha detto...

gli amori finiti li canti così bene

lillo ha detto...

non so se sia un bene o un male...

marian. ha detto...

anche lei, ne sono certa passa con gli occhi bassi, avvolta dai tuoi stessi pensieri, poeta. anche lei, ne sono certa.
la vita prende pieghe (o piaghe) che non ti aspetti quasi sempre.