martedì 8 ottobre 2013

tenersi in luce

Mi scricchiola il corpo quasi una vecchia casa
che regge di quest’acqua il peso. A due a due
a tre a quattro vengono come sull’arca
a ripararsi gli insetti, invadono il tetto
dal giardino, intasano le porte le finestre
aperte. Spalanco le mie braccia come posso
muri per difenderli dal tempo dalla storia
che impietosa li guarda trascinarsi sul ventre
zampettare verso l’asciutto, tenersi
il più possibile in luce per non venir pestati.

6 commenti:

amanda ha detto...

tanta tanta vero?

lillo ha detto...

diluvio

giardigno65 ha detto...

e si chiamava Penelope, pensa al prossimo che chiameranno Ciclope !

Iride ha detto...

Io amo la pioggia. Sembra che questo attiri le ire di tutti, ma io la amo.
Certo non parlo dei diluvi che travolgono la gente e distruggono tutto.

lillo ha detto...

a me la pioggia fa sempre venire fuori immagini di catastrofi bibliche indicibili.
nello specifico credo di avere unito insieme l'immagine delle piogge degli ultimi giorni da noi con disastro di lampedusa, il tentativo di abbracciare tutti per difenderli.

marian. ha detto...

dall'acqua, andata e ritorno. Da lì veniamo e lì torneremo. Io spesso esprimo desideri sinistri che l'acqua travolga e si porti via ogni cosa perchè c'è troppa feccia da ripulire e contro cui nemmeno la poesia pare avere alcun potere. Mi prende così ogni tanto, una specie di pessimismo cosmico alla Leopardi che mi riempie la testa di immagini...