sabato 16 novembre 2013

dignità e matte risate



Per quanto sia indifendibile a più livelli, è difficile per un non pugliese riuscire a capire il profondo senso di tradimento che qui si prova per il comportamento di Nichi Vendola. Non riguarda l’essere o meno di sinistra, o anche quello certo, ma soprattutto Vendola per molti di noi (della mia generazione almeno) era la speranza di qualcosa di piccolo ma integro, qualcosa che aveva a che fare, una volta tanto, con le idee e con i sentimenti, prima ancora che con gli interessi di qualcuno e col cinismo sterile di tanti altri.
Persino di fronte agli scandali che di volta in volta sono venuti fuori negli ultimi anni, c’era ancora il dubbio che oltre gli errori politici e le brutte figure si potesse ancora trovare, quasi intatta, quella coerenza intima, profonda, dell'uomo. Invece, la risata quasi imbarazzata, untuosa, che abbiamo ascoltato nelle ultime ore, da lui non ce la saremmo mai aspettata e a molti di noi ha fatto male.
È vero, le cose sono sempre più complesse di come sembrano, tutti hanno diritto a difendersi, ma quella risata, più ancora di ciò che è stato detto, ha scavato un solco profondo, una ferita non rimarginabile.
Cade Vendola, sepolto sotto la sua stessa risata, e con lui vengono meno, ed è assai peggio, molte delle energie migliori che, bene o male, era riuscito a tirarsi dietro nella sua corsa. Perché, e questo va ricordato, Nichi Vendola non è (stato) semplicemente, come in molti ora sostengono per delegittimarlo, un uomo politico come tanti, è stato un simbolo, un leader, e anche per questo il danno è ancora più grave.
Speriamo davvero che si dimetta. Lo deve alla dignità di chi lo ha votato e difeso, almeno quanto alla sua.

3 commenti:

amanda ha detto...

quelle risate hanno ferito anche me, immagino te

marian. ha detto...

Ho ascoltato l'intercettazione pubblicata dal "fatto quotidiano", ho cercato di rintracciare nelle parole di Vendola non un atteggiamento complice del disastro e dei brogli sulle carte e i controlli ambientali, ma un atteggiamento di chi, comunque, per forza, inevitabilmente, è dentro la faccenda in quanto faccenda ambientata nella regione da lui governata.
Non voglio fare quella che difende Vendola ad ogni costo, ma quella che si è veramente veramente scocciata dei processi alle parole. Ma i giornalisti si credono dei santi?
La verità è che sono tutti ladri come dice mio nonno. Poche parole, ma pensate.
E comunque mi dispiace perchè io a Vendola ci credevo proprio e voglio crederci ancora.
Come si fa a non essere coinvolti con l'Ilva di Taranto per uno che ha il suo ruolo? Ditemi come si fa a non conoscere Tizio e Caio, a non averci contatti? L'acqua è torbida e puzza, va cambiata. Come, quando e da chi....nessuno se ne importa...

lillo ha detto...

non sono d'accordo marian. una cosa è avere a che fare (senza falsi moralismi) coi poteri forti, che sempre ci sono, lo so. un'altra è calarsi le braghe di fronte ai poteri forti. vendola si è calato le braghe. proprio lui che faceva le battaglie sulla dignità a tutti i costi. non ci sta, non ci sta proprio.