mercoledì 22 gennaio 2014

scusate il disturbo

Quando leggo i post di scrittori veri come Mario Desiati o Luca Bianchini (che piace tanto a mia zia) o Guido Catalano o certe volte anche di mostri come Aldo Nove, mi rendo conto che io non sono e non sarò mai come loro. Non me ne frega nulla di andare a fare le presentazioni in giro per l'Italia, di leggere i miei versi ai reading, di stare sui giornali o di vendere un racconto per farci un film. Cioè se capitasse non ci sputerei sopra, ma perché capiti bisognerebbe che facessi tutta una serie di cose che non mi ingolla di fare, anzi ne sono quasi spaventato. Solo il pensiero di tutto quel movimento mi atterrisce. Come dice un mio amico, la verità è che sono un cazzaro. Tutto ciò che mi importa davvero e starmene seduto al mio pc e grattare sui tasti, scrivere e che qualcuno legga ciò che scrivo, quello sì. Il che ammetto è molto romantico e bello e giusto e blablabla, ma da un punto di vista strettamente editoriale è un totale fallimento. Uno scrittore non è questo, lo so io come lo sanno loro. Essere scrittori oggi ha più a che fare con le strette di mano, i bei sorrisi, i gruppi di lettura che ti fanno domande imbarazzanti, Fabio Fazio o le rubriche intelligenti sugli inserti settimanali dei quotidiani nazionali. Io mi sentirei male se dovessi stringere la mano a Fabio Fazio, che magari mi fa una domanda del cazzo tipo "Ma perché oggi la gente non legge più poesia in Italia?" "Che domanda mi fai, Fazio? Io la poesia la leggo, che ne so perché non la leggono gli altri? Chiedilo a Saviano, magari ti legge una poesia della Szymborska così Adelphi è contento". Tuttavia pubblicare un libro non è così bello come leggersi il libro di un altro. Insomma, sto maturando l'idea di smetterla. Pubblicarne un altro solo, quello per mio nonno e poi fregarmene e starmene qui a scrivere versi grattando sui tasti. Ho il mio pubblico affezionato in fondo. Poi ovviamente la mia è tutta invidia e blablabla, è per questo che ho scritto tutta 'sta roba. Me le portavo in gola già da un po'.

6 commenti:

Carlo ha detto...

Tonio, invidia a parte, tu sai bene che il mercato dell'editoria è chiuso.
La mia piccola esperienza nel campo mi ha portato ad abbandonare l'idea di tentare altre pubblicazioni:
richieste di denaro, dai più onesti modeste, ma sempre richieste sono.
Presentazioni o partecipazioni a concorsi incluse nei contratti: sono spese.
Concorsi, inoltre, volgarmente pilorati, come tutti i concorsi in Italia: da quelli del Corrierino a quelli universitari.
C'è anche da dire che, citando uno dei grandi; Kavafis se n'è sempre sbattuto di tutto quel mondo...
Ciao!

amanda ha detto...

consolati pure Bianchini si lamenta che Fazio non lo invita :)

Tita ha detto...

Noi "Maestre allo sbaraglio" manco lo abbiamo dato a Fazio.
A Gramellini sì :-D.

Oh, è vero, eh :-).

marian. ha detto...

Ogni vento prima o poi cessa. Il vento ogni tanto ritorna. Tu intanto gratta tasti. ;-)

Francesco Fassbinder ha detto...

Uè!! almeno facciamo qualche altra presentazione!!

antonio lillo ha detto...

francè, ma io parlavo di me, mica di te! :D