sabato 15 marzo 2014

l’asola della giacca nuova

Certe sere i casoni di Montebotolino volano via e sembrano delle macchie rosa sopra una tela trasparente. D’inverno, se piove, restano coi piedi dentro le pozzanghere e l’acqua gli scivola addosso come se fossero delle rocce.
Il confessionale nella chiesa è una baracchetta d’abete pitturata di rosa, coi tarli che mangiano anche i chiodi. Io mi sono seduto per provare se il prete stava comodo. Era una domenica pomeriggio e un ragno dondolava in fondo al filo che scendeva da un imbuto di seta. E mi sono addormentato.
Poi mi è venuta voglia di conoscere il prete che per vecchiaia si era ritirato da tutte le funzioni e abitava in campagna vicino alla pineta di Ravenna. Volevo che mi dicesse qual era stata l’ultima sua confessione a Montebotolino. Aveva ottant’anni e le mani tremolanti erano farfalle che prendono il volo.
Senza nominare nessuno, ha detto che una mattina alle cinque, i piedi bagnati perché aveva camminato sopra l’erba imbiancata dalla brina, una vecchia si era subito inginocchiata al confessionale.
Con voce commossa gli ha raccontato che la sera prima di una festa aveva cucito l’asola della giacca nuova di suo marito perché non ci mettesse un fiore per fare lo sbruffone davanti alle altre donne. E adesso le dispiaceva.

(Tonino Guerra, da Il libro delle chiese abbandonate)

1 commento:

amanda ha detto...

ecco come si dipinge con le parole :)