sabato 28 febbraio 2015

voce

Più frequento il mondo delle lettere e meno me ne sento parte. Il che per certi versi è ridicolo, perché non so fare veramente altro. Eppure ci sono volte che mi pare di non appartenergli, persino quando mi cerco nel dizionario alla voce infiltrato.

venerdì 27 febbraio 2015

ieri

Ieri e poi anche oggi
volevo non esserci per gli altri
restarmene lontano da chiunque ma nel mondo
una cosa discreta
come quando piove
e tutti stanno chiusi in casa o nelle auto
e tu passeggi da solo
sotto l’ombrello
e l’unico altro che ti vede
è il cane che dorme dietro la posta.

mercoledì 25 febbraio 2015

al centro di tutto

Ho sempre più la convinzione che molti dei nostri problemi come Stato ci vengano dal fatto che a scuola ci propinino da decenni che le opere maggiori della nostra letteratura sono I promessi sposi, con la sua assoluta fiducia nella provvidenza divina e della storia, e La divina Commedia, che ha sempre Dio al centro di tutto, come meccanismo perfetto e giusto dell'orologio universale. Invece è Il Principe, che al centro di tutto non ha Dio e nemmeno il potere, ma soltanto l'uomo e la spietata necessità del fare per non soccombere al caos.

good!

A G.L. RONDI

Sei così ipocrita, che come l'ipocrisia ti avrà ucciso,
sarai all'inferno, e ti crederai in paradiso.

[Pier Paolo Pasolini, La religione del mio tempo, 1961, Garzanti, pag. 137]

Ieri l'ho letta in classe e un ragazzo pakistano mi ha detto: "Good! Come si chiama questo?" poi si è segnato il nome sul quaderno. Pasolini è ancora giovane, parla ai giovani, e gira per il mondo.

poeta come puoi, mi dice...

Poeta come puoi, mi dice
toccare così i cuori
dei vicini, dei tuoi simili
e pretendere poi che non ti
odino, che non ti amino
per come li hai toccati. Il cuore
li rivela. Un poeta
non passa indifferente.

martedì 24 febbraio 2015

biglietto alle persone che mi hanno tradito

Miei cari Tommasino, Margherita, Marcello, e voi due Patrizia e Giovanni, non ho molto da dirvi, ma se vi metto insieme nello stesso biglietto è solo per dimostrarvi come ormai siete solo un elenco vuoto. Ho fatto a meno di voi, e adesso libero dalla vostra presenza faccio i vostri nomi vuoti, per dire a tutti che ci siete stati ma senza lasciare un briciolo di ricordo. Dunque salve, e addio.

anche

Certe volte leggo alcuni scrittori pluripubblicati, pluripremiati dalla critica, plurivenduti, e non capisco una mazza di cosa hanno scritto, o faccio una fatica incredibile per capirlo. E mi chiedo se capita anche agli altri di non capirli, o se capita anche con me, che uno delle volte non mi capisce. E mi chiedo anche come fanno a vendere tanto.

promo

Promo del prossimo disco del mio amico Donato Fumarola, dedicato ai bambini vittime della guerra. Nel coro di questo pezzo, fra l'altro, ci canta anche mio fratello, che in qualche modo riesce a non farsi vedere. 

lunedì 23 febbraio 2015

l'anno prossimo

Sto pensando che ho 38 anni appena compiuti, nessun lavoro certificato, nessuna possibilità di andare in pensione. L'anno prossimo nel mio paese ci sono le elezioni. Quasi quasi faccio come tutti e mi candido. Ai miei eventuali elettori prometto che con me i consigli diventeranno comprensibili a un italiano medio.

sabato 21 febbraio 2015

tre consigli di lettura con tre estratti (per gradire)

Primo consiglio, dal blog di Paolo Nori, un articolo molto divertente, pubblicato ieri su Libero, sui presunti rapporti fra Dostoevskij, Matteo Renzi e la bellezza.

Del soggiorno di Dostoevskij a Firenze, io avevo letto, qualche anno fa, in un libro di Matteo Renzi intitolato Stil novo che era praticamente un saggio sulla bellezza pieno di frasi stupefacenti, come per esempio: «Dobbiamo avere la forza di sconfiggere il pensiero debole dei poteri forti, o presunti tali». Oppure: «Diciamoci la verità, a Firenze ci sono cose meravigliose, che spaccano il pensiero». [...] O, ancora: «Io sono convinto che Dante era di sinistra, anche se non lo sapeva».

Secondo consiglio, dal sito di Internazionale, un bel pezzo a cura di Giuseppe Rizzo sulla corrispondenza e la vita vera e segreta dello scrittore americano John Cheever. Tenere e violente insieme.

Caro ____, 
questa mattina mi sono svegliato con un uccello duro e bagnato ed è bagnato anche adesso, dopo avere parlato con te, ma non solo per questo (…) è il ridere e lanciare palle di neve, è sentire te che ti lamenti della mia tosse da fumatore e delle dimensioni del mio uccello, è il tornare a ___ con te al volante e io nascosto nel sedile posteriore tra i panni da mandare in lavanderia. Ho pensato per un anno che un simile amore debba essere perverso, crudele e invertito ma non riesco a trovare alcuna traccia di ciò nel mio amore per te. Mi sembra naturale e semplice come passare un pallone da football in una bella giornata di ottobre (…)
Con amore, John

Terzo consiglio, stavolta di un libro cinico e stupendo, stupendamente scritto, e per molti anni passato sotto censura per come parlava, lui per primo, della fine della civiltà europea, Kaputt di Curzio Malaparte.

Poi, a poco a poco, il cielo si spense, la pioggia a un tratto cessò, la luna apparve in uno squarcio delle nuvole: sembrava un paesaggio dipinto da Chagall. Il cielo ebreo di Chagall, popolato di angeli ebrei, di nuvole ebree, di cani e di cavalli ebrei, dondolantisi a volo sulla città. I suonatori ebrei di violino seduti sui tetti delle case, o librati in un cielo pallido a picco sulle strade, dove i vecchi ebrei morti giacciono sul marciapiede fra i candelabri rituali accesi. Le coppie d’amanti ebrei distesi a mezz’aria sull’orlo di una nuvola verde come un prato. E sotto il cielo ebreo di Chagall, in quel paesaggio di Chagall illuminato da una tonda luna trasparente, salivano dai quartieri di Nicolina, di Socola, di Pacurari, un clamore confuso, un crepitio di mitragliatrici, i tonfi sordi delle bombe a mano.
«Ohi, ohi, ohi, ammazzano gli ebrei» disse Marioara, trattenendo il respiro.

[Curzio Malaparte, Kaputt, 1950, Adelphi, pag. 148-149]

dialoghetto sui sogni e sull'amore

LEI. Madò, Lì, stamattina mi sono svegliata con la convinzione che stavamo ancora insieme. Madò che ansia. Ero proprio convinta.
LUI. Io stamattina mi sono svegliato con la convinzione di essere ricco. La notte è un brutto posto, davvero. Si sognano un sacco di cose.
LEI. Sì, menomale che stamattina c’è il sole.
(Nello stesso momento, su un’altra chat, una ragazza dell’Europa dell’Est gli chiede se ha skype. Lui risponde di no e aggiunge: “Ti serve qualcosa in particolare?”. “NoN per famigliarizzare” risponde la ragazza dell’Est.)

venerdì 20 febbraio 2015

sensibilità

Leggo l'indignazione di tantissime ma davvero tantissime persone per quanto i tifosi olandesi hanno fatto alla Barcaccia di Roma e sinceramente la prima cosa che mi viene da chiedere, da laureato in beni culturali che della sua laurea ha fatto carta igienica, è: ma in Italia quando mai è fregato qualcosa a qualcuno dei beni artistici e ambientali? Adesso si incazzano tutti e c'è qualcosa che non mi torna, sinceramente. Ma forse sono solo io che sono perfido e penso male di tutti voi e della vostra sensibilità nascosta.

giovedì 19 febbraio 2015

pensierino di fine giornata

Se quando ho cominciato a fare sta cosa della casa editrice sapevo che l'80% del mio lavoro consisteva nel discutere al telefono di offerte, finanziamenti, preventivi e fatture, me ne andavo direttamente a lavorare in un call center che almeno a fine mese ci avevo uno stipendio.

strani casi

Un tale di nome Alberto e basta mi scrive una mail e mette come oggetto: Scopri la tua seconda entrata! Così Libero, invece di infilarla nello spam, me la infila direttamente nella cartella delle Offerte. Io mi faccio qualche domanda su Alberto, e anche sulla libertà senza censure di Libero. Alberto, invece, sembra molto entusiasta e propositivo: “Fidati di me, non te ne pentirai, anzi...” e quei tre puntini risuonano come campanellini (di allarme) nei prati vergini della mia innocenza. Devo proprio inoltrarla al mio urologo questa, mi dico, sono sicuro che gli piacerà pure a lui.

martedì 17 febbraio 2015

lunedì 16 febbraio 2015

piccola sfida

L'ultima volta, al mio corso di scrittura, in vista di San Valentino, ho dato questo compito. Scrivere una lettera d'amore di almeno 1500 battute dalla quale siano completamente bandite le espressioni "ti amo", "ti voglio", "ti voglio bene", "mi manchi", "ti penso", "senza di te", "ho bisogno di te", "mi fai morire" e qualsiasi altra banalità o frase fatta. I ragazzi ci hanno provato ma poi si sono arresi. Mi chiedevo, qualcuno là fuori ci vuole provare?

poca gente fu poco capita...

Poca gente fu poco capita – o troppo – come fu Pasolini
che solo chiedeva d’essere semplice e chiaro e mai più da solo.

una storiella per spiegare il rapporto fra pasolini e fortini

Pasolini e Fortini devono fare la spesa.
Fortini vuole andare dal fruttivendolo all’angolo, che ha aperto da poco, è giovane, e c’ha le verdure biologiche. Pasolini invece vuole andare dal suo fruttivendolo in periferia, due chilometri fuori dal centro, che vende verdure sue e c’ha quel negozio da più di trent’anni, l’ha ereditato dal padre.
“A Pa’, sbrighiamoci, le prendiamo qua le verdure, sono buone, due minuti e siamo a casa a fare il sugo”.
“No, io voglio andare dal mio di fruttivendolo, c’ho un rapporto di fiducia con lui. Quello è giovane, non c’ha esperienza, non so che mi combina, non mi fido”.
“Sempre così tu. Mai un po’ di fiducia negli altri! nei giovani poi! Sei stato giovane anche tu, no? Falli sbagliare i giovani, se no non imparano!”
“Sono ancora giovanissimo, io! Ma poi penso a quel poverino che sta in periferia, è anziano, vende cose buone di campagna, gli dobbiamo dare una mano. Su, dai, allunghiamo un po’ e facciamo la spesa da lui!”
“A parte che adesso pompano tutto in campagna. Ma poi, scusa, il ragazzo che ha aperto il negozio da poco e si vuole costruire un futuro, non se la merita una mano? Guarda, c’ha pure le verdure biologiche!”
“Mmm, a me le verdure “biologiche”, non tanto mi convincono. Cioè, non sono contrario alla cosa in sé, ma mi dà fastidio l’etichetta. Mi sembra tanto una cosa alla moda, roba da hipster!”
“Che significa hipster?”
“Sono i figli dei capelloni”.
“Uh, madonna, ancora con sta’ storia stai. Certo che quando ti leghi una cosa al dito, tu! Comunque i giovani vanno aiutati, Pa’. Diamo una mano ai giovani! Stai dalla parte di qualcuno, per una volta!”
“Io sto dalla parte del fruttivendolo in periferia!”

domenica 15 febbraio 2015

appunti

Preparo degli appunti per una lezione su Pasolini in una scuola secondaria. Scrivo e scrivo per giorni, nel tempo libero, in pieno disordine. Poi oggi finisco e mi accorgo di aver buttato giù una cosa di circa 70 pagine. Insomma, magari è una cosa furba (i 40 anni della morte ecc.), ma mi sta venendo la tentazione di pubblicarla. La chiamerei così: Lezioni di guida per pasoliniani senza patente.

sabato 14 febbraio 2015

il lungo addio

Anche Gadda, scopro, come tanti, sostiene la necessità per uno scrittore di viaggiare. Non tanto per fare esperienze, che è un po’ la nostra visione ereditata da tanta letteratura americana. Quanto piuttosto perché viaggiando di continuo si riesce più facilmente a distaccarsi dalle cose, a lasciarsele alle spalle, perché ce ne resti soltanto la memoria. Perché solo attraverso la memoria si può scrivere bene di qualcosa, e non a caldo, in balia dei sentimenti. In questo modo la scrittura diventa quasi una forma di tortura, un lungo esercizio di presenza in assenza, dei propri fantasmi, dell’artista a se stesso e al proprio cuore, e tanto più forte è la presenza, e quindi l’opera che ne scaturisce, quanto più lunga è la distanza, e quindi lo sforzo di memoria che facciamo per colmare quel vuoto.

l'incastro

Ho sognato di essermi infilato nel sogno di un sogno, come in una scatola cinese o in una matrioska, qualcosa di orientale e colorato in cui indossavo uno sull’altro vari strati d’umore, gioia, confusione, angoscia. Un attimo mi sentivo fortunato, l’attimo dopo un peso mi stringeva il petto, mi mancava l’aria, credevo che avere troppi sogni mi togliesse il respiro. Mi sono risvegliato con fatica, tirandomi fuori da tutti quei sogni, per scoprire di aver infilato la testa nel cuscino, e premevo forte le braccia soffocandomi, in una sorta di giallo perfetto in cui la vittima e il colpevole coincidono senza più dubbi. Ero il ritratto perfetto di un sandwich sbavante.

giovedì 12 febbraio 2015

cercarsela

Stavo leggendo alcuni vecchi articoli sulla morte di Pasolini, alcuni di eminenti critici e letterati del nostro paese che ipotizzano come, tutto sommato, quella sua morte lì Pasolini “un po’ se l’era cercata”, tanto che poi non si è più cercato nemmeno i colpevoli. Quella frase, “se l’era cercata”, mi ha fatto tanto pensare ad analoghe formule, tutte uguali, sentite negli ultimi mesi: per le ragazze a cui si è pagato il riscatto, che un po’ se l’erano cercata, o per i fumettisti francesi a cui hanno sparato ma che se l’erano cercata, per Stefano Cucchi e per tanti altri poverini che non dico ma se la sono cercata. E mi viene da dire che invece, secondo me, l’unica cosa che una persona va davvero cercando nella vita è la felicità, e non è nemmeno detto che la trovi. Ma penso anche che tutto questo rientra in quella parola che Pasolini usava spesso per indicare certi atteggiamenti comuni: “moralismo”, l’attitudine che abbiamo un po’ tutti a dire agli altri come gira il mondo, cioè alla nostra maniera che spesso, per una serie di casi, diventa la maniera di tanti. Se tu non giri come vogliono i tanti, e alla loro velocità, te la stai già cercando; se pesti loro i piedi te la stai cercando; se quando lo fai ti va bene allora hai talento, oppure fortuna (o chissà che hai combinato sottobanco, perché, come diceva Andreotti, “a pensar male ecc.”); ma quant’è vero Dio, se cadi a terra mentre lo fai, allora te la sei proprio cercata, e la pietà, o il perdono, è meglio se te li vai a cercare altrove.

domanda (2)

Ma io voglio capire, perché la gente a cui palesemente non piace Sanremo si guarda Sanremo tutte le sere per poi parlarne male? Lo fa 
a) appunto per parlarne male, perché parlare male di qualcosa è sempre divertente anche se alla lunga meschino? 
b) perché non sa che cacchio fare la sera e allora deve trovare un qualche modo per riempire quelle quattro ore? (dio mio, quattro ore!! moltiplicate per cinque giorni ci leggi tutto Guerra e Pace!!) 
c) sadomasochismo non dichiarato? oppure per campanilismo, perché gli piace quella cosa marrone? 
d) per constatare, con vivo senso civico/cinico, il decadimento della televisione italiana e quindi darsi una scusa per non pagare il canone? 
e) boh?

mercoledì 11 febbraio 2015

domanda

Ma solo io quando mi sforzo di abbracciare col pensiero tutta ma proprio tutta la bellezza del mondo mi scappa una scorreggia?

martedì 10 febbraio 2015

telefonia

Certo che il mondo della telefonia mobile è un vero puttanaio. Quand’ero con Wind non mi arrivava un’offerta decente manco accendendo un cero a Gesucristo in persona. Ma adesso che sono con Tim, mi arrivano certe proposte indecenti da Wind che mi aspetto che da un giorno all’altro mi mandino un messaggio: “Torna a Wind, e per sole dieci euro al mese ti spediamo a casa una massaggiatrice thailandese, che in più lava stira cucina e passa pure l’aspirapolvere sotto il letto. E non ti dice mai ti amo.”

domenica 8 febbraio 2015

romanzo quasi popolare

Ho fatto un sogno. Nel sogno incontro una editor della Sellerio. È amore a prima vista. Usciamo insieme. Appuntamento sulle terrazze del Duomo di Milano, io lei e i piccioni. Lei mi dice di essere rimasta incinta. “Ma se ancora non ti ho toccato?” le rispondo. “Lo hai fatto col cuore!” La mia magra consolazione. Divento, così, padre di un bel libro, vivace e pieno di salute, lo chiamiamo Montalbano. Gli voglio anche bene, ma non so perché, mentre lo guardo crescere, ho come la sensazione che non mi assomigli, che non abbia preso niente da me, nemmeno la parlata.

venerdì 6 febbraio 2015

toccare con mano (#pov)


Allora, è appena uscito questo libro qui, CUMSHORT III - # POV, che è un libro digitale, costa poco, anzi pochissimo, ed è una raccolta di racconti, diciamo così, legati alla sfera della sessualità, sfera che ci piace sempre tanto toccare con mano. Dentro alla raccolta ci sono sei racconti di autori diversi, e fra quei sei ci sono pure io, con un racconto quindi, e non con una poesia, che è una cosa che chi mi legge me la chiede da almeno dieci anni. Con questo libro ho realizzato il mio sogno di pubblicare con Caratteri Mobili, che è una casa editrice che ammiro tantissimo, e per di più, se me la posso tirare, mi hanno chiamato loro, cioè non sono stato io a propormi, ma è stata la casa editrice ad avere fiducia nel mio lavoro e a chiedermi di scrivere un racconto in esclusiva. Ne vado parecchio orgoglioso, insomma, e mi pare quindi giusto promuovere il libro quanto più posso, entro i limiti del buongusto. Come dire che non vi tolgo il saluto se non lo comprate, ma se lo comprate vi saluto meglio. Spero quindi che lo compriate, e che dopo, magari, se vi va, mi dite pure che ne pensate, che male saperlo non fa mai.

volevo dire

Volevo dire che è vero, come mi hanno detto tante volte, che scrivo come mangio, ma è anche vero che il pane che mangio me lo sono fatto io, l’ho impastato a lungo, non me l’ha regalato nessuno.

giovedì 5 febbraio 2015

stai dritto

Quand’ho visto
la prima volta
il teatro Bolshoi a Mosca mi s’è piegata la schiena
dalla meraviglia
sotto tutto quell’oro
che pioveva dai palchi
così mia moglie m'ha detto: stai dritto, che la bellezza non pesa.

(Tonino Guerra, da Piove sul Diluvio)

silenzio

Pensavo che, almeno una volta all’anno, sarebbe bello istituire la Giornata mondiale contro lo spreco delle parole, in cui invece di perder tempo a spiegare o a spiegarsi si sorvolasse su tutto, in base al principio che per quanto tu possa buttarne di sangue e di ragioni, alla fine nessuno può veramente capirsi. Per una volta sarebbe carino lasciar perdere, arrendersi, e starsene un po’ zitti ad ascoltare il resto: il vento che fa tremare i vetri, l’acqua che scorre nel lavello, il ronzio della stufa, le fusa dei gatti che reclamano carezze. Sarebbe un silenzio non pieno, ma proprio per questo molto rilassante.

tenerezza

Ho scoperto che mio padre tiene il mio libro sul comodino e se lo legge la sera, prima di dormire, nella luce calda dell’abat-jour e con gli occhiali in bilico sulla punta del naso. Poi di giorno, siccome è timido, lo nasconde ricoprendolo sotto le bollette da pagare, così da dissimulare la tenerezza con le cose serie.
Ieri ha deciso di fare lotta al mondo per la nuova tassa sui terreni agricoli. Tutti gli hanno detto che per quel poco che paga non vale la pena agitarsi. Lui, invece, si agita e risponde: «Poco di qua poco di là, alla fine i soldi li caco io». In questo modo riesce a zittire chiunque.

martedì 3 febbraio 2015

apollo sul pendio


Sakamichi no Apollo (tradotto: Apollo sul pendio), o anche Jammin' Apollo, è un bellissimo anime di 12 puntate diretto da Shin'ichirō Watanabe, già ideatore di Cowboy Bebop, ambientanto nel Giappone di metà anni '60, che parla dell'amicizia fra due liceali appassionati di jazz che decidono di mettere su un gruppo tutto loro. L'anime è pieno zeppo di riferimenti al jazz di quegli anni, dai Jazz Messengers a Bill Evans, ogni puntata prende il titolo da uno standard, ma anche la storia, una sorta di educazione sentimentale in chiave musicale, è davvero bellina. Io l'ho scoperto ieri e me ne sono innamorato subito, ho già visto tutte le puntate e mi sento di consigliarlo a chiunque, soprattutto se appassionati di jazz. Poi ovvio, va ammessa qualche licenza narrativa, per esempio che un ragazzino di 16 anni suoni la batteria allo stesso livello di Art Blakey, però il bello delle storie è anche questo, se no che gusto c'è a sognarle?
È possibile guardarsi tutte le puntate QUI. E questa, invece, è la mia scena preferita.

lunedì 2 febbraio 2015

felicità

Oggi il mio amico Mimmo è diventato papà. L'ho saputo poco fa, proprio da lui. Fra le altre, ha detto una cosa che mi ha lasciato stupito e contento, ha detto: "Sono felice", con una semplicità diretta e disarmante, a cui non sono abituato. Credo che sia stata la prima volta, da quando lo conosco, che gliel'ho visto ammettere. Anzi, sono sicuro, è stata proprio la prima volta. Mimmo è un poeta, e i poeti (non è un luogo comune) sono gente strana, sanno sempre come vedere il lato avverso di ogni cosa, per cui è difficile che siano mai felici al 100%. Eppure (io non lo so, perché non mi è capitato, ma) pare che i figli sappiano aggiustare tutto, anche l'umore dei poeti. Oggi ne ho avuto la prova. E sono felice con lui.

domenica 1 febbraio 2015

disprezzo

A volte ho il sospetto che mio padre sia l’unica persona rimasta in Europa a usare la parola Capitalisti con tutto il disprezzo di classe nemica. I grassi Kapitalisti, dice. Grassi come maiali, e con la K di Kitemmurt, caricata sotto la lingua.