lunedì 30 marzo 2015

lombrichi

Ascoltalo il grido dei lombrichi
perduti e ormai accecati nell’istinto
dal tuo pianto che fa del mondo fango
fango assurdo e senza scampo.

Hanno scavato a lungo nel tuo cuore
per stanarlo – e ora ch’è fango
risalgono alla luce rattristati e senza
scampo si essiccano.

Carne senza sale
si disperano al sole sul tappeto
di roccia che disfa la speranza
né si fa più consumare

muro orizzontale che delimita
lo spazio di salita della pianta
condannata a restarsene in speranza
nell’atomo

radice senza frutto – fiore senza più
impollinazione. Una lunga radice
di speranza sospesa
e aggrappata come un prologo al buio.


Nota. Questa poesia mi è venuta stanotte. L’ho sognata e poi l’ho trascritta, a memoria, più velocemente che potevo. Visto che, per i miei standard, è abbastanza lunga, mi sono perso qualche verso mentre lo facevo.

3 commenti:

marian. ha detto...

versi premonitori, credi a me. chi sia la pianta secca solo tu puoi saperlo.
io aggiungerei un bel disegno su versi così. l'arte non ti manca...

Tita ha detto...

L'ho invocata, in sogno, ed è tornata, da un sogno, la tua voce.

amanda ha detto...

mi sono sempre domandata di che materia siano fatti i tuoi sogni :)