domenica 1 marzo 2015

morte di un account

Tutti i giorni qualcuno muore sui social, chiude il suo account e addio, proprio come nella vita reale. Così uno potrebbe anche dire che è stata una buona cosa, che c’è una vita là fuori che lo aspetta. Eppure conosco molta gente che non ha nessuna vita là fuori ad aspettarla, né amici, né salute, né possibilità, né speranze. Ogni volta che qualcuno muore sui social io mi chiedo sempre che è successo. Se ha vinto il luogo comune che da domani per lui/lei ci sarà una vita migliore, in cui noi ombre non siamo comprese. Oppure se ha ceduto alla disperazione, gli è partito il cuore, o il fegato, una vena capillare, una qualche rotella, e se si è spento con l’ansia alla gola, o col veleno, oppure nella rabbia più nera, o è morto con onore venendo a patti col proprio silenzio. Non c’è modo di accertarsene, resterà il mistero, come quando viene a mancare una persona che vedi tutte le mattine alla fermata del bus, e poi un bel giorno, senza preavviso, sparisce per sempre. Così, certo, uno potrebbe anche dire che come al solito sono io che sto esagerando e per quel povero account sono oltremodo pessimista. Eppure c’è un sacco di solitudine in giro, molta più solitudine di quella che siamo disposti ad accettare, o perdonare agli altri.

3 commenti:

marian. ha detto...

...o è morto con onore venendo a patti col proprio silenzio.
A me è successo così, tre anni fa, forse di più. Si sta bene nel silenzio, quando riesci a tenrlo buono legato magari invitandolo a cena qualche volta, litigandoci il più delle volte.

amanda ha detto...

uh è proprio così, mi piace questo tuo post

manu ha detto...

oppure non sono morti. hanno ceduto alla vita delle piccole grandi pratiche occorrenze. magari hanno perso un po' di confidenza, un po' di voglia di sentirsi raccontare. o hanno preso gusto al silenzio, come scrive marian. ma la cosa meravigliosa è che a volte tornano... e se ritornano è perché non sono andati mai. ti abbraccio.