domenica 8 novembre 2015

pranzo di famiglia

A tavola guardiamo la diretta della Lega da Bologna. Ascoltiamo Berlusconi e Salvini. Mio fratello fa notare che Berlusconi, che ha l’età di mia nonna, per il rilancio del Paese chiede meno Stato ma più Polizia. «Putin gli ha dato alla testa!» commenta mio fratello. Salvini non è commentabile, e infatti notiamo hanno tolto il sonoro alla piazza mentre parla, forse per nascondere i fischi dei parassiti dei centri sociali. Dico “parassiti” perché è lui stesso a distinguere l’umanità in produttori e parassiti. I produttori sono evidentemente i suoi elettori, i parassiti tutto il resto del mondo. Cita addirittura Salvemini a un certo punto, tanto per fare quello di vedute aperte, e tifa Valentino Rossi che non è un evasore parassita, lui, ma solo una vittima dell’invidia. Scopro che mio padre si vanta con gli amici di non aver MAI votato Berlusconi. Il che mi mette il dubbio sugli amici di mio padre. Poi si volta e fa: «Ma lo sai che in giro dicono che sei comunista? Che cazzo vai dicendo alle persone?» Io non ho detto nulla. E mia madre aggiunge: «Antonio, non t’ho insegnato niente? Non si dice a nessuno per chi voti!»