mercoledì 11 ottobre 2017

matrimonio e altri disastri

Devo dire che questa storia del separatismo catalano – con tutte le sue tifoserie – mi ricorda tanto il matrimonio di una mia zia, che si sposò perché glielo imposero in famiglia e lei è vissuta infelice per tutta la vita perché, sinceramente, odiava suo marito con tutte le sue forze, né lui amava lei. Mia zia strepitava, si incazzava, lo insultava apertamente, ma intanto erano venuti i figli ed erano altri tempi, così le dicevano che era meglio non separarsi per il loro bene e lei è rimasta lì. Mia zia è morta infelice, e così mio zio, e i loro figli sono cresciuti con un sacco di problemi, quelli che vengono a tutti i bambini che crescono in un ambiente famigliare non sano, i cui genitori non fanno che litigare e rinfacciarsi ogni cosa. Un disastro. Ecco, io penso che uno può fare appello a tutta la Ragione del mondo, sul fatto che stare insieme è meglio, soprattutto per i figli, ma se la sposa è infelice non te la puoi prendere con lei perché scalpita, te la dovresti prendere col matrimonio in sé che è sbagliato e che forse andrebbe rinegoziato, alla radice, su altre basi – e non solo in Catalogna – a cominciare dal fatto che per sposarsi per prima cosa bisognerebbe amarsi.

1 commento:

amanda ha detto...

Sono veneta e i leghisti possono urlare la loro volontà di secessione, io il 22 sto a casa non vado a votare al loro referendum, non solo, mi viene il vomito quando vado a vedermi il meteo sul sito ufficiale dell'ARPAV e trovo la pubblicità di Zaia al suo teatrino autonomista. Il 42% dei catalani vuole l'autonomia, ok e il 58? Poi che quello che è stato fatto dalla milizia durante le elezioni sia un'infamia è indubbio e che le restrizioni, imposte all'autonomia concordata ai tempi di Zapatero, pure